Che cosa rappresenta, per te, il cibo? Che tipo di relazione hai con il cibo? Queste sono domande fondamentali da porci per comprendere meglio il nostro personale rapporto che instauriamo con l’atto del mangiare, soprattutto oggi che viviamo in una società in cui numerose malattie psico-fisiche sono state collegate al modo con cui ci alimentiamo.
Mindfulness e Alimentazione: Mindful Eating
La pratica del Mindful Eating significa mangiare in modo mindfulness, ovvero consapevole, vale a dire imparare a relazionarci con l’atto del mangiare in modo nuovo, come se in quel momento esistessimo solo noi e il cibo che stiamo mangiando.
Praticare Mindful Eating vuol dire sviluppare un atteggiamento consapevole nei confronti del cibo, coltivando la presenza nel qui e ora durante i pasti. Orientare la propria attenzione all’azione che stiamo compiendo in un dato momento, sviluppa in noi maggiore capacità di auto-osservazione, maggiore lucidità mentale, miglior gestione delle emozioni; ma portare l’attenzione all’azione del mangiare è ancora più importante proprio per la particolarità dell’azione stessa. La mindfulness ci permette di imparare proprio questo: l’alimentazione consapevole passa dalla capacità di sentire, di essere presenti nel qui e ora, di essere lì nell’azione che stiamo compiendo, con tutto il nostro Essere.
Mangiare è un atto sacro. Mangiare è nutrire il corpo affinché resti in vita, nutrire l’aspetto energetico affinché ci sia forza, nutrire l’Anima affinché si possa entrare in uno stato di Grazia.
La sacralità del cibo oggi è stata dimenticata, a causa di alcuni fattori critici della nostra cultura contemporanea:
- ritmi frenetici che ci rendono come dei robot che rincorrono la vita: spesso mangiamo in fretta e furia, seduti davanti al pc, mentre guidiamo, oppure durante riunioni di lavoro che richiedono molta della nostra attenzione;
- abitudini malsane che si sono insinuate nella nostra quotidianità, come se fossero cose normali, come per esempio guardare la televisione mentre mangiamo oppure intavolare discussioni in famiglia che generano conflitto;
- produzione industriale di cibo: la maggior parte di noi non sa più cosa vuol dire auto-prodursi il cibo, quindi ci siamo scollegati dall’origine degli alimenti, abituandoci ad acquistarlo senza farci domande.
Aver perso la sacralità del cibo significa ricevere dal cibo stesso la metà del beneficio che potrebbe portarci. Ci limitiamo a riempire lo stomaco, talvolta anche in modo insano, senza preoccuparci della relazione profonda con gli alimenti.
Quando mangiamo senza consapevolezza, ci esponiamo a numerosi rischi, di tipo psico-fisico, che purtroppo poche persone ancora riescono a riconoscere. L’alimentazione inconsapevole comporta la possibilità di:
- consumare il cibo così velocemente da rendere la digestione difficile, provocando così disturbi e danni al sistema gastro-intestinale (da qui hanno origine numerose problematiche come gonfiore, pesantezza, colon irritabile ecc.);
- mangiare mentre facciamo altro ci impedisce di dedicare tutta l’energia necessaria all’atto stesso, dissipando così preziose risorse che sarebbero utili nel processo digestivo e di assorbimento dei principi attivi del cibo;
- mangiare senza sapere cosa ci fa bene e cosa ci fa male comporta sia un rischio fisico sia l’impossibilità di connetterci profondamente alla sensazione di gratitudine nei confronti del cibo stesso: perdiamo la grande opportunità di sentirci parte di un tutto più grande, di sentirci Uno con l’esistenza.
Attraverso le pratiche di Mindful Eating, possiamo recuperare questa connessione e ritornare alle nostre origini attraverso l’esperienza del mangiare.
I benefici del Mindful Eating: consigli pratici

Praticare la presenza all’atto del mangiare genera molti benefici a diversi livelli. Numerosi studi scientifici hanno dimostrato i suoi effetti positivi soprattutto sul piano psicologico e fisico. Vediamo insieme i più importanti:
- sul piano fisico e fisiologico: l’attenzione all’atto del mangiare genera un miglioramento del processo digestivo e dell’assorbimento dei nutrienti che compongono il cibo (in particolare vitamine e minerali); restare presenti e consapevoli durante i pasti significa anche rallentare il processo di masticazione e quindi raggiungere la sensazione di sazietà più velocemente. Questo significa poter migliorare notevolmente la propria salute, a partire dai problemi di sovrappeso, di cattiva digestione (reflusso, aerofagia, coliti, ecc.), fino ad arrivare a malattie più gravi che trovano origine nel tipo di alimentazione errata che molti di noi mettono in atto (colesterolo e glicemia alti, pressione irregolare, problemi metabolici tiroidei ecc.);
- sul piano energetico: praticare la consapevolezza nel mangiare fa sì che i nostri corpi sottili riescano a “catturare” più facilmente il prana degli alimenti, cioè la loro componente energetica, visto che il cibo è sempre qualcosa di “vivo”;
- sul piano emotivo e psicologico: portare attenzione all’atto del mangiare ci permette di diventare pian piano più consapevoli dei nostri meccanismi che ci legano al cibo; possono emergere le dinamiche disfunzionali che ci inducono a considerare il cibo come una compensazione, uno sfogo, un riempimento di qualche mancanza o di un vuoto interiore, una punizione verso qualche parte di noi che riteniamo indegna, una gratificazione alle nostre frustrazioni. Purtroppo queste dinamiche sono per lo più inconsce, pertanto è fondamentale farle emergere alla nostra coscienza per poterle trasformare;
- sul piano mentale: praticare il Mindful Eating ci aiuta a disidentificarci dalle forme pensiero collegate al cibo, e a lasciar andare abitudini automatiche che ci portano spesso a scegliere il cibo in maniera del tutto inconsapevole; la presenza all’atto del mangiare ci permette di percepire meglio cosa ci fa bene e cosa ci intossica;
- sul piano animico/spirituale: la presenza consapevole durante l’atto del mangiare apre il cuore alla gratitudine; riusciamo a scorgere la grandezza della Natura e del Divino che si nasconde nei semplici alimenti come una mela o un mandarino; diventiamo un tutt’uno con la Natura stessa, recuperando così la sacralità del cibo che ci permette di innalzare le nostre le vibrazioni.
Dunque diventa chiaro come l’alimentazione consapevole porta dei vantaggi pratici nella vita di ognuno di noi, ed è per questo fondamentale orientarci verso delle pratiche che ci permettano di apprendere questo processo di ampliamento della consapevolezza. A livello pratico, significa allenarsi alla pratica del Mindful Eating, cioè della mindfulness applicata all’alimentazione. Vediamo come.
I 7 passi per mangiare consapevolmente per praticare Mindful Eating

Per comprendere meglio cosa significa mangiare in presenza e in modo consapevole, è opportuno seguire questi 7 passi, iniziando a esercitarsi su qualcosa di piccolo e semplice: una banana, un mandarino, una noce, dell’uva passa.
- prenditi un tempo adeguato per la pratica, creando una sorta di “altare” del cibo: una tovaglietta che ti piace, magari una candela, e la disposizione del cibo in modo armonico e orientato all’idea della bellezza; è possibile accompagnare il processo con una musica di sottofondo che ti aiuti a rimanere presente;
- chiudere gli occhi e portare l’attenzione al corpo e al respiro, in modo da concentrare la tua attenzione al movimento ritmico che il respiro genera nel corpo; per qualche minuto semplicemente concediti questo spazio di meditazione e di attenzione al respiro;
- attivare prima di tutto il senso del tatto e dell’olfatto: con gli occhi chiusi e l’attenzione al respiro, prendi in mano il cibo che hai scelto e inizia lentamente a toccarlo e ad annusarlo, concentrando la tua attenzione su questi due sensi; percepisci la rugosità, le parti lisce, la consistenza, la forma, gli odori che il cibo emana, e per un paio di minuti godi di questa connessione;
- attivare poi il senso della vista e dell’udito: a questo punto socchiudi gli occhi, mantenendo il contatto con il respiro, e porta la tua attenzione al cibo che hai scelto, iniziando a sbucciarlo; percepisci il lieve suono quando sbucci il mandarino o spacchi la noce, osserva con attenzione i colori, la diversità tra la buccia e il frutto, le venature, le parti esterne ed interne del frutto stesso, godendo di questa connessione come se esistessi solo tu con il tuo frutto;
- attivare il senso del gusto: molto lentamente, inizia a mettere in bocca il frutto, a piccoli pezzi, e a masticarlo in totale presenza; sentine il succo, percepisci il movimento all’interno della bocca, sii presente ai gusti e alle sensazioni interne, fino a percepire in modo nitido il processo che ti permette di ingoiare il boccone e farlo arrivare nello stomaco, come se fosse la prima volta in vita tua che mangi quel frutto;
- chiudere di nuovo gli occhi, continuando a rimanere presente con tutti i tuoi sensi all’atto del mangiare il piccolo frutto, e inizia a immaginare l’origine del frutto stesso; per esempio, puoi immaginare l’albero del mandarino che produce i suoi frutti con amore, grazie al sole e alla pioggia, puoi immaginare il prato in cui il seme dell’albero si è posato per dare vita a qualcosa di nuovo, puoi immagine mani gentili che raccolgono i mandarini proprio per te, in modo che tu possa averne uno tra le tue mani; durante questa fase, prova a percepire gratitudine verso il mandarino, verso l’albero che lo ha generato, verso il sole e la pioggia che lo hanno nutrito, verso chi si è preoccupato di farlo arrivare a te;
- visualizza te stesso/a insieme al mandarino e all’albero, insieme al sole e alla pioggia, insieme al prato, alla terra e al cielo, e datti il permesso di sentirti parte di qualcosa di più grande, che ti accoglie e che ti contiene, come in un flusso perfetto di amore e di condivisione; mentre termini di mangiare il tuo frutto, godi di questa gratitudine e di questo senso di connessione cosmica con il Tutto.
Al termine della pratica, semplicemente fai tre respiri profondi e apri gli occhi.
Ogni volta che ho condotto questa pratica con gruppi di persone, durante la successiva condivisione sono emerse sempre delle cose bellissime: la maggior parte delle persone non aveva mai sperimentato una cosa simile, che unisce la semplicità dell’azione e la potenza dell’attenzione al momento presente.
C’è chi si è sentito parte integrante di un processo sacro; chi ha riconosciuto alcuni cibi tossici che è meglio lasciar andare, chi è riuscito a percepire il proprio stomaco che accoglieva il cibo, e molti altri aspetti che aiutano a diventare più consapevoli e quindi più felici.
Dott.ssa Annalisa Chelotti – Counselor psicologica.