avere sempre ragione e ego

Come comportarsi con chi vuole avere sempre ragione

Esistono persone che tendono a voler avere sempre ragione: fanno di tutto per accaparrarsi l’ultima parola e affermare la loro verità sugli altri, in modi a volte anche aggressivi e prepotenti. Cosa accade in queste persone? Da dove arriva questo bisogno di affermarsi sugli altri? E tu cosa puoi fare se hai a che fare con una persona che vuole avere sempre ragione?

I problemi di chi vuole sempre avere ragione

Una persona che vuole avere sempre ragione, di solito possiede alcune caratteristiche che possiamo esemplificare come segue:

  • nelle conversazioni, tende a dichiarare una verità granitica e a difenderla a tutti i costi, senza lasciarsi minimamente scalfire da opinioni diverse o punti di vista contrastanti;
  • adotta delle modalità di comunicazione aggressive, prepotenti, prevaricanti, in modo da esercitare un potere sugli altri, nel tentativo di convincerli della sua verità;
  • i toni di voce spesso sono alti, impositivi, aspri, perché viene utilizzato ogni strumento possibile per “vincere” sugli altri;
  • di solito, è una persona che tende a diventare rossa in viso, ad assumere espressioni di rabbia o di disprezzo, a gesticolare in modo anche evidente.

Avere sempre ragione é un disturbo che origina dall’infanzia

Normalmente, una persona del genere ha sviluppato questo tipo di meccanismo negli anni dell’infanzia, quando si costruisce la personalità come strumento di protezione e di difesa dal dolore che sperimentava ogni volta che non ha ricevuto amore dalle figure di riferimento che si occupavano di lui/lei nei primi anni di vita. Si registra la convinzione che, per valere qualcosa, bisogna avere ragione, che per avere potere e quindi esistere, bisogna imporsi sugli altri.

Senz’altro questa reazione meccanica appartiene alla sfera della personalità, o ego, e quindi non ha niente a che fare con l’autenticità della persona stessa. E’ molto probabile che, dietro questa facciata, si nascondano ferite di fragilità, di insicurezza, di paura della non accettazione.

Quando una persona non è consapevole della struttura della sua personalità, crede di essere fatta così, crede che quella sia la sua indole e che quindi non si possa fare niente per modificarla. E quindi diventa una ripetizione continua dello stesso copione, a prescindere da chi si ha davanti e dal contesto in cui si agisce.

La persona vuole avere ragione sia in ambito lavorativo (come faccio io questa cosa non la fa nessun altro, va fatta così!), sia nelle relazioni (io sono nel giusto, sei tu che sbagli), sia nelle varie attività che costellano la vita umana (per esempio, la squadra di calcio o il cantante che io ammiro, la religione che professo, la nazione in cui sono nato… tutto è sempre meglio di quello degli altri).

Come discutere con chi vuole avere sempre ragione

Quando ci troviamo di fronte una persona del genere, possiamo adottare qualche piccolo accorgimento per evitare di rimanere schiacciati sotto l’energia della prepotenza e dell’arroganza:

  1. la prima cosa da fare, se siamo di fronte a qualcuno che non conosciamo, è accorgerci il prima possibile della dinamica con cui la persona è identificata: osservando con attenzione la sua postura, i suoi modi di fare e di parlare, i suoi atteggiamenti, possiamo riconoscere velocemente che tipo di rapporto ha la persona stessa con le sue idee e con gli altri;
  2. una volta che ci siamo accorti di avere a che fare con una persona che vuole avere ragione a tutti i costi, possiamo proteggerci lasciando cadere ogni discussione, cioè sottraendoci al conflitto. Come? Smettendo di parlare, spostandoci, lasciando andare. E’ fondamentale non scendere in guerra con la personalità di questi soggetti, per evitare di farci risucchiare energia e di farci invadere dal loro bisogno di imporsi;
  3. se è una persona che conosciamo bene (un collega, un caro amico, un partner), allora le cose si complicano. Innanzitutto, occorre chiedersi “Qual è il senso per me di stare in questa situazione? Come mai si è presentata nella mia vita? Cosa devo vedere di me, cosa devo imparare?”: è sempre bene ritornare alla consapevolezza che gli altri ci fanno da specchio, sempre, e che l’esterno è la proiezione della nostra coscienza o del nostro ego. Gli strumenti per discutere con persone del genere sono: la pazienza, la compassione, l’accoglienza, ma anche la determinazione a non lasciarsi invadere: quindi anche se sono persone care, bisogna imparare a lasciar andare e a spostarci, uscendo fuori dal conflitto.
avere sempre ragione

Avere sempre ragione e ego

Il bisogno di avere ragione, dicevamo, appartiene alla sfera dell’ego. Se iniziamo a praticare l’auto-osservazione e la presenza consapevole, possiamo intanto cominciare ad accorgerci di essere in una “buca”, ossia identificati con un meccanismo automatico proveniente dall’inconscio. Se ci accorgiamo che siamo in una reazione meccanica, abbiamo già compiuto il primo passo per avviare la nostra trasformazione.

Il secondo passo, è riconoscere il bisogno che sta sotto alla reazione meccanica. Possiamo iniziare a porci le seguenti domande:

  • come mi sento quando ho l’impressione di avere ragione? Mi sento gratificato, potente, migliore degli altri?
  • come mi sento quando non riesco ad avere ragione perché gli altri si rifiutano di darmela vinta? Mi sento sconfitto, svalutato, poco importante?

Sforzarsi di lavorare con queste domande è fondamentale per scendere più in profondità dentro di noi, e riconoscere lo strato che sta sotto alla superficie della personalità che entra in reazione. Una dinamica non osservata e agita in modo meccanico continuamente, è una dinamica destinata a cristallizzarsi sempre di più con il passare degli anni, fino a diventare talmente radicata che davvero crediamo di essere fatti così!

Il terzo passo, è quello di esercitarsi a rimanere in contatto con il sentire, ogni volta che ci poniamo queste due domande. Se per esempio ci sentiamo svalutati nel momento in cui qualcuno non vuole darci ragione, allora ci impegniamo a rimanere presenti a questa sensazione: ci respiriamo dentro, la percepiamo nel corpo, la collochiamo da qualche parte dentro di noi, la osserviamo nella sua forma, consistenza, immagine, colore ecc. In altre parole, lasciamo che ci sia, la accogliamo senza rifiutarla o giudicarla o interpretarla, per qualche tempo.

Attraverso questa pratica, a un certo punto emergerà ciò che sta sotto a tutto questo, che potrebbe essere, per esempio:

  • dolore per non essere visti/riconosciuti/accettati per quelli che siamo realmente;
  • paura di non essere amati così come siamo;
  • rabbia per non aver ricevuto amore come noi avevamo bisogno;
  • disprezzo per chi ha opinioni diverse perché illusoriamente considerato “un nemico” che mina le nostre certezze;
  • incapacità di percepire il proprio valore interiore a prescindere dall’avere o meno ragione;
  • difficoltà a gestire il potere personale autentico, derivante dall’essere semplicemente chi siamo.
come fare con chi vuole avere sempre ragione

Come tutelarsi dalle persone che vogliono avere sempre ragione con la Mindfulness

Per procedere con questi step, la disciplina della Mindfulness risulta essere una grande alleata. Lo strumento per eccellenza di questa disciplina è appunto l’attenzione consapevole, per cui praticare Mindfulness significa esercitare sempre più spesso l’intenzione di direzionare l’attenzione al momento presente, al corpo, al respiro e alle sensazioni interiori.

Il sentire è l’oggetto principale di auto-osservazione, perché è dal sentire che emergono le risposte di cui abbiamo bisogno. E’ dal sentire che scaturiscono le intuizioni sul senso delle nostre dinamiche. E’ dal sentire che possiamo poi scendere più in profondità, in quello spazio sacro in cui si accende l’amore per noi stessi, in cui si contatta la compassione e si avvia quindi un processo di auto-guarigione senza precedenti.

Non importa per forza arrivare ai “perché” della nostra infanzia: non serve sapere come mai abbiamo sviluppato questo tratto di personalità. Non importa ricordare fatti, eventi, comportamenti che ci hanno ferito.

Occorre piuttosto restare nel presente, nel qui e ora, in ciò che c’è, e chiederci qui e ora come ci sentiamo se…. e cosa c’è sotto queste sensazioni. Una volta che abbiamo contattato le ferite, allora il più è fatto. Occorre darsi il permesso di vedere, di sentire, di riconoscere ciò che si muove sotto l’automatismo, sotto la reazione meccanica. Si muovono sempre forze provenienti dall’inconscio, che ci governano finché noi non decidiamo di riportarle alla luce.

Dott.ssa Annalisa Chelotti