Proseguiamo con questo articolo il nostro viaggio all’interno della cura dello stress tramite una scelta più consapevole del cibo che mettiamo in tavola ogni giorno.
Ci è parso di grande valore poter mettere a disposizione dei nostri lettori un’intervista alla Dott.ssa Alessandra Orta, una delle più competenti biologhe nutrizioniste che io abbia mai conosciuto.
La Dott.ssa Orta lavora da molti anni con un approccio olistico alla nutrizione, cercando di unire le evidenze scientifiche più all’avanguardia con una visione più ampia dell’essere umano. Infatti, nelle sue terapie, integra l’alimentazione con la biorisonanza.

Chi va piano va sano e va lontano
“Alessandra, innanzitutto grazie per il tuo prezioso contributo. La prima domanda che ci interessa porti riguarda l’importanza di mangiare lentamente. Quanto è utile questo approccio di lentezza per favorire la digestione?”
“Grazie a voi per questa opportunità! In base alle evidenze scientifiche, che confermo attraverso la mia lunga esperienza nel settore, mangiare lentamente, masticando a lungo il cibo, è fondamentale per favorire la prima digestione degli zuccheri che avviene nella bocca, dove la saliva che contiene la ptialina, un enzima idrolitico, scinde i polisaccaridi complessi (amido, glicogeno), trasformandoli in polisaccaridi a struttura più semplice (destrine, maltosio), i quali vengono poi ulteriormente idrolizzati nell’intestino.
Mangiando lentamente si dà il tempo ai nutrienti di essere assorbiti e ai meccanismi neuro-ormonali che informano il cervello dell’arrivo degli alimenti nell’intestino di lavorare e trasmettere i segnali in modo corretto e tempestivo, stimolando, fra il resto, la secrezione dei succhi gastrici e dei sali biliari, necessari per la digestione di proteine e grassi.”
Ecco che, in base a questo primo dato importante, possiamo confermare che la pratica di Mindful Eating è alla base dell’attitudine di alimentarsi in modo sano. Ridurre la frenesia con cui mangiamo significa godere di maggior salute.
La pratica di Mindful Eating serve proprio ad allenarsi a mangiare in modo più lento e consapevole, e permette dunque di digerire meglio, di assimilare in modo più funzionale i cibi, di migliorare il metabolismo in generale.
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Lo stress e il cibo: nessuna correlazione…. ma è proprio così?
Oltre all’incidenza sul metabolismo, il cibo influenza anche l’umore e più in generale può essere uno strumento potente per la gestione dello stress.
Grazie alla Dott.ssa Orta, oggi possiamo anche comprenderne le ragioni scientifiche.
“Alessandra, quanto incidono il tipo di cibi scelti e la fretta nel mangiarli sui livelli di stress nel corpo?”
“Direi che i cibi scelti e i livelli di stress sono strettamente correlati tra loro. L’assorbimento e il metabolismo di cibi poveri dal punto di vista nutrizionale (come per esempio i preparazioni industriali), oppure contaminati da residui di fitofarmaci (è il caso di frutta, verdura, cereali, legumi ), o di medicinali (somministrati agli animali dai quali si ricavano carne, pesce, uova), generano radicali liberi e tossine, i quali possono determinare l’aumento dello stress ossidativo dell’organismo; anche una digestione incompleta, nel lasciare alcune frazioni indigerite, facilita la fermentazione e lo sviluppo di gas, che possono infiammare la parete intestinale, rendendola permeabile al passaggio delle tossine e dei lipolisaccaridi infiammatori che possono così raggiungere, attraverso la circolazione sanguigna, tutti i tessuti del corpo: l’infiammazione e l’acidosi determinano così l’aumento dello stress ossidativo. Inoltre, tutto questo spesso si accompagna a una disbiosi intestinale, ovvero a una alterazione dell’equilibrio del microbiota che abita, in condizioni di simbiosi mutualistica, il nostro intestino; è stato dimostrato che la composizione del microbiota e l’alterazione dei neuromediatori comuni a intestino e cervello (ad esempio la serotonina), possono provocare condizioni psichiche alterate, scarsa lucidità mentale, umore depresso e irritabilità.”
“Vediamo se allora esistono dei cibi che fanno bene alla psiche aiutandoci ad essere più sereni e in equilibrio.”
“Certo! Ci sono alcuni alimenti, per effetto dei neurotrasmettitori che vengono prodotti a partire da alcune molecole introdotte nell’organismo con la dieta, che regolano:
l’umore
la concentrazione
la memoria
l’aggressività
la trasmissione di impulsi nervosi
Nelle tabelle che seguono sono elencate le molecole attive nella produzione e regolazione dei neurotrasmettitori, e gli alimenti che le contengono:


Alcuni cibi stimolano particolarmente il buonumore: cioccolato, mandorle, basilico, origano, mele, lattuga.
Mentre i formaggi stagionati contengono tiramina e taurina che svolgono dapprima un’azione eccitante, poi successivamente depressogena sul sistema nervoso; inoltre, i macronutrienti contenuti nei formaggi stagionati (grassi e calcio, in particolare), rallentano l’assorbimento di minerali che hanno una funzione importante nelle reazioni chimiche ed ormonali del sistema nervoso: magnesio, zinco, manganese e cobalto, oligoelementi preziosi per un buon sonno e un buon rilassamento muscolare.”
Ringraziamo la Dott.ssa Alessandra Orta, biologa nutrizionista e operatrice di Biorisonanza digitale, per il suo prezioso contributo in termini di consapevolezza e di conoscenza del potere che il cibo ha sul nostro benessere o malessere.
E invitiamo tutti i nostri lettori a fare tesoro di queste informazioni e soprattutto di iniziare a metterle in pratica da subito!