paura televisione

Guardi la televisione? Liberati dalla paura con un click

Non guardo la televisione da oltre dieci anni. Oggi posso dire con certezza che la mia qualità di vita è aumentata notevolmente grazie a questa piccola semplice scelta. Mi accorgo che la mia struttura interiore è più solida, che la mia mente è meno condizionata, e che agisco più liberamente nella mia quotidianità.

Come la paura si dilaga nel mondo

Oggi siamo tantissimi, su questo Pianeta. Fino alla fine dell’800 non raggiungevamo un miliardo di anime. Per un tempo lunghissimo, gli esseri umani vivevano in comunità più o meno grandi, senza la possibilità di avere contatti con il resto dell’umanità, se non per sporadici avventurieri che si spostavano attraverso i mezzi più rudimentali.

La paura era un fenomeno locale.

Nel piccolo gruppo la paura serpeggiava in connessione con gli eventi naturali, con le malattie infettive, con gli esattori delle tasse, i predatori e il potere che esisteva in quel momento. La gente comune ha sempre avuto paura del potere, ma nel susseguirsi dei millenni ogni pezzo di mondo viveva una realtà a se stante.

Da qualche decennio siamo sette miliardi di anime incarnate. Ci voleva qualcosa di molto più grande per poter continuare a seminare la paura nella mente delle persone, qualcosa che facesse arrivare il potere direttamente nelle case, durante il giorno.

Non bastavano più gli strumenti che avevano funzionato fino a quel momento. E quindi la televisione è arrivata tra di noi, con fare gentile, all’inizio appannaggio di pochi, poi sempre più presente fino ad arrivare ad essere dentro ogni casa.

E così la paura può continuare a dilagare con tranquillità, ogni giorno, attraverso il veicolo dello schermo animato, che propone immagini, suoni e parole intrisi di sgomento, angoscia, pessimismo. E’ uno strumento che riesce a direzionare la mente della gente comune.

E una mente direzionata verso la paura è una mente più malleabile, più manovrabile, più fragile.

A cosa serve la paura?

liberarsi dalla paura

Nella storia dell’umanità, la paura come manovra di manipolazione è arrivata insieme allo smisurato amore per il potere. Prima di questo fenomeno, le società matriarcali, connesse ai ritmi di Madre Terra, erano prive di quest’energia. Poteva esistere solo la paura fisiologica, cioè quella che il corpo riconosce di fronte a un pericolo di vita: un leone, una tromba d’aria, un forte rumore improvviso… Non esisteva il bisogno di tenere gruppi di persone in sottomissione, perché nel matriarcato c’era rispetto, ognuno aveva il suo posto, i deboli erano protetti e i saggi venivano ascoltati.

E’ con l’avvento della distorsione legata all’immagine del potere che l’essere umano ha avuto bisogno di schiacciare qualcosa sotto di sé: la natura, gli altri umani, gli animali.

Dunque ci voleva uno strumento che permettesse di sottrarre la libertà, ed ecco che la paura è diventata la preziosa alleata del “comando”.

Instillare paura significa relegare l’essere umano nel ruolo della vittima, che si sente impotente e minacciata, e che quindi obbedisce per aver salva la vita.

Alla fin fine, tutte le paure conducono a quella della morte.

Se la televisione spaventa, lo fa sempre attraverso la morte: immagini di efferati assassini, oppure di treni deragliati con corpi sparsi ovunque, o virus letali che uccidono a macchia d’olio chi esce di casa.

Con questo meccanismo di condizionamento, portato avanti da telegiornali, pubblicità, film e telefilm, programmi e talk show, il potere si assicura il mantenimento dello status quo, fa scacco matto ogni volta.

E cosa succede dentro di noi attraverso la paura?

Forse crediamo che avere paura significa non avere coraggio. In realtà avere paura significa: smettere di sentire se stessi e identificarci con la nostra parte mentale condizionata, che come un serbatoio viene riempita da informazioni, eventi, esperienze, frasi, incontri, giudizi, raccomandazioni di ogni genere, che riceviamo dalla nascita in poi.

La mente umana possiede un potenziale immenso, ma per ora ne attiviamo una minima parte, mentre spendiamo molta energia dietro alla mente “inferiore”, quella parte di noi attaccata ai luoghi comuni, al pensare collettivo, alle “buone maniere” e ai dictat della nostra cultura. Come dei morbidi robot, scegliamo in base al “si fa così, non bisogna fare questo, è corretto dire che, si deve pensare come…”.

Dunque in questo spazio la paura si fa strada con grande facilità, e paralizza le facoltà di ascolto interiore. Se stiamo così vicini alla paura, la nutriamo, ci sguazziamo, non riusciamo più a sentire il corpo, cosa proviamo dentro, le nostre emozioni, la voce dell’intuizione. Come disconnessi dal nostro Essere, diventiamo pedine da muovere a piacimento.

Nutrire paura vuol dire smettere di agire, restare immobili e passivi, zitti e con gli occhi bassi. Vuol dire perdere il potere personale e di conseguenza l’amore per noi stessi. Allora non è una questione di coraggio, bensì di amore.

Avere paura vuol dire smettere di amare se stessi.

E dunque il potere gode. Perché dopo l’era del matriarcato, il potere è diventato sottrattivo: ho potere se te ne tolgo un po’ a te. Dunque, schiere di esseri umani impauriti sono molto succulente per il potere.

Come possiamo liberarci dalla paura?

La chiave per andare oltre la paura è la conoscenza. Nel suo significato più ampio. Se smettiamo di guardare solo una parte della realtà, quella che ci vogliono far vedere con la televisione per esempio, e ampliamo lo sguardo alla realtà nella sua interezza, possiamo vedere che il mondo è un po’ diverso da quello che credevamo. Forse non è un luogo del tutto pericoloso e ostile. C’è molta bellezza. C’è molto amore. Ma chi ha occhi per vedere, veda.

Conoscere vuol dire:

  • coltivare la consapevolezza di se stessi e del mondo. Innalzare la presenza al qui e ora, osservarsi e osservare gli altri con gli occhi della compassione e non più del giudizio, leggere libri illuminanti, scegliere solo film e video potenzianti, che donano energia e forza.
  • sapere qualcosa di importante sul cibo, su come proteggere la nostra casa dalle onde elettromagnetiche, sulle scelte etiche di consumo.
  • fare un paziente lavoro di liberazione dagli schemi e dai condizionamenti per ritornare a pensare creativamente, intuitivamente, analogicamente.

In questo modo si va oltre la paura. Se scopriamo il velo del condizionamento e riconosciamo il gioco del potere sottrattivo, siamo liberi di lasciar andare la paura, e di compiere scelte sagge, ponderate, adulte. Questo aumenta notevolmente la qualità della vita.

Dunque, iniziate semplicemente spegnendo la televisione, e riaccendetela solo per un buon film. Basta un click.