A volte ti senti triste senza sapere perché? Quella sensazione diffusa e generalizzata di malessere che non sai collocare né collegare a qualcosa di preciso? Può essere tutto o niente. Magari è quel litigio con tua moglie o il tuo compagno, magari è la promozione al lavoro mancata per un pelo, magari è il cane che è stato tanto male… e così via. Cosa fai quando ti senti così? Cerchi una via di fuga distraendoti con cibo, sesso, discoteca, oppure magari ti concedi un momento di benessere nella natura, a passeggiare con gli amici, al cinema a godere di un bel film? Se ti permetti di essere gentile con te stesso, puoi già ritrovare uno stato di maggior equilibrio. Ed ecco che allora puoi praticare Mindfulness e rimanere presente alle sensazioni, osservandole da uno spazio di non giudizio. Senza giudizio e senza etichette è il motto della consapevolezza. Astenersi dal giudicare e appiccicare etichette con dei significati a tutto ciò che ci accade (dentro e fuori) è la via per conoscere se stessi in modo più profondo e per imparare a lasciar fluire le emozioni. Non si tratta di reprimerle o agirle forzatamente, si tratta piuttosto di imparare a starci insieme in modo più amorevole, attraverso lo sguardo della coscienza che le osserva così come sono, senza dare una valutazione, come invece fa la mente, che governa quindi la scelta tra ciò che crediamo brutto o bello, buono o cattivo, da avere o da scacciare, da desiderare morbosamente a schifare del tutto. La dualità mentale ci fa interpretare le emozioni creando ancora più sofferenza.
Invece se ci permettiamo di aprirci all’ascolto di noi nel profondo, e di guardarci con occhi gentili e amorevoli, impariamo a sanare le ferite da cui sgorgano realmente le emozioni come la paura, l’ira, il risentimento, la sofferenza, il senso di colpa. Il cuore si attiva per sanare il lato ombra di noi stessi, per trasformare soprattutto il modo con cui ci poniamo con noi stessi.
Con la Mindfulness sanando le ferite attraverso la presenza gentile e compassionevole, cioè senza giudizio né etichette mentali, possiamo trasmutare le emozioni difficili in sentimenti di profonda gratitudine, di compassione, di amore.
Parola di Annalisa.