La Consapevolezza è come un aeroplano

Il livello di Consapevolezza che ognuno raggiunge in un dato momento è come l’altezza da cui osserviamo le cose.
Se camminiamo per strada abbiamo una certa prospettiva: vediamo i palazzi, le macchine, non certo l’orizzonte. Se saliamo in cima al campanile più alto la prospettiva cambia. Si vedono le strade ma anche i tetti, il cielo e i dintorni della città.
Salendo su un aeroplano abbiamo l’opportunità di ampliare la vista di molto, entrano nel nostro campo visivo mille paesaggi e orizzonti, tutto è piccolo ma completo. Uno sguardo d’insieme che ci da un senso più reale di dove ci troviamo.
Non per questo dobbiamo giudicare meglio o peggio uno dei vari punti di vista elencati. Dipende solo da dove scegliamo di guardare.
La consapevolezza è simile a questo fenomeno. Più ti sposti nello spazio dell’osservatore e più percepisci dettagli, riconosci con più chiarezza le strade della mente, che conducono a certe emozioni e non ad altre, riesci a scorgere l’orizzonte che va oltre l’ego e le forme pensiero.
Più innalzi la consapevolezza rimanendo presente a te, al respiro, al corpo, più scopri di avvicinarti sempre di più all’aeroplano, per poter smettere di sentirti sprofondato nella mente e nei tuoi automatismi. Osservare è innalzarsi sopra pensieri, emozioni, sensazioni e percepirli senza resistere né giudicare. È anche qui sviluppare uno sguardo d’insieme sui meccanismi del nostro apparato psico-fisico, cogliendo che noi siamo una coscienza molto più vasta.
Ecco che non occorre nemmeno giudicare chi ha una consapevolezza meno ampia della nostra. Noi non siamo migliori di chi vede più “basso”. Ognuno sceglie dove guardare, perché è in cammino. Dapprima in modo orizzontale. Poi pian piano ci innalziamo nella prospettiva verticale. E allora voliamo.

Parola di Annalisa