In questo articolo ti vogliamo dare delle idee mindful per sapere cosa fare quando ci si annoia a casa. Vediamo insieme il significato della parola Mindfulhome.
Cos’è la Mindfulhome?
Una casa è certamente fisica, ma una casa è altrettanto molto più sottile e sfuggente. La casa, nello specifico il suo viverla, è nient’altro che una metafora che parla di noi stessi, del nostro incontro tra noi e il nostro nucleo. E cosa troviamo nel nostro nucleo?
Saper osservare, percepire e nutrire la nostra casa può rientrare tra i pilastri della mindfulhome, che semplicemente vuol dire vivere, in piena consapevolezza, questo luogo sacro.
Se le grandi tradizioni della saggezza del mondo hanno qualcosa da dire a riguardo, allora la casa riguarda le qualità che potremmo equiparare al “bene” stesso: vera felicità, pace, bellezza, saggezza e ispirazione.
Infatti la casa, come qualsiasi altro luogo da noi particolarmente frequentato, è lo spazio dentro al quale possiamo trovare un posto dove stare, dove condividere, dove esprimere, in una zona protetta, la nostra spontaneità e dove raccogliere le nostre forze o, semplicemente, riposare.
Tuttavia, come in questo preciso momento storico, possiamo ritrovarci a percepire il caldo tepore del nostro nido come una sorta di prigione obbligata: mura che ci separano dal mondo e che ci obbligano a stare in ciò che c’é o, soprattutto, non c’é.
Cosa fare quando ci si annoia a casa
La noia, stato insofferente della percezione di una mancanza, è un primo sintomo che ci sta dicendo che non riusciamo a riempire, con il giusto nutrimento, qualcosa che manca dentro di noi. Dunque, la prima domanda interessante da farci é:
“Cosa mi manca? Cosa non ho per sentirmi completo/a?”
Chiaramente, qualora portaste questa domanda su uno stato mentale razionale (analisi logica o rimuginio) potreste avere, come risposta, solo l’esito di responsi rivolti verso un materiale inesistente che, appunto, non essendoci, rimarcherebbe l’affermazione di una mancanza; verso quella direzione potreste sentire la noia, secondo voi rimediata se aveste quel “qualcosa“.
Qualora, invece, provaste a farvi questa domanda da uno spazio di osservazione consapevole (mindfulness), potreste accorgervi che la mancanza riflette semplicemente uno stato illusorio che si deposita su una vostra insoddisfazione.
Una volta fatto questo è importante mantenere alto il non giudizio, affinché non si cada nel vittimismo della constatazione che l’insoddisfazione non potrà mai cambiare. in quanto vittime di noi stessi.
Piuttosto potrebbe essere interessante guardare ancora più in profondità quella nostra nota di insoddisfazione, per cominciare, fin da ora, a fare qualcosa di concreto in linea creativa con il trasformare voi stessi in ciò che desiderate, ovvero nella completezza di una realtà interiore.
Lo sapevate che ciò che si riflette fuori di noi e, quindi nella nostra casa, rappresenta la nostra realtà interna?
Come divertirti se sei a casa da solo
Comincia a guardarti attorno e visiona come sono disposti i mobili. Guarda i colori che costituiscono lo spirito della tua casa e concentrati sui dettagli degli angoli, anche quelli meno osservati (e non iniziate a tormentarvi sulle ragnatele o le zone che riscoprite essere piene di polvere 😉 ).
Anche l’aria che respirate in casa (viziata, profumata, neutra…) e la posizione del letto, la presenza degli specchi, i libri che si vedono a vista o la tecnologia che imperversa

Ecco, una volta osservato tutto questo, da uno spazio di non giudizio, provate a chiedervi chi siete e dove state andando, quali sono i vostri desideri e, nel caso soprattutto concreto della casa, quali sono le parti che vorreste migliorare o che avreste sempre voluto e non avete mai deciso di fare.
Scivete su un diario di bordo tutto quello che emerge e poi, successivamente, lasciatelo depositare nel tempo, concedendovi una pausa con qualcosa che davvero vi piace fare, come una doccia, un bagno caldo, attività sportiva, meditazione, yoga, una torta etc…
Una volta terminata l’attività “di scarico”, siete ora pronti per poter riprendere in mano il vosto diario e scrivere un nuovo capitolo: “Come desidero la mia casa e la mia vita: tappe concrete per cambiare“.
E da qui in poi le pagine potrete riempirle con punti pratici di azioni che metterete in atto fin da ora (cambiare la disposizione dei mobili, buttare via qualcosa di vecchio, concedervi il respiro di una fragranza che vi piace, decidere di cambiare posizione quando andate a dormire o mangiate a tavola, fare qualcosa di insolito mai fatto prima).
Cambiare vuol dire scoprire e nel gioco ogni cosa è una scoperta e ogni cosa la si vive come un mettersi alla prova.
Perché, dunque, isolare il gioco solo in relazione a un contesto e non a tutta la nostra vita?
Cose da fare in due
Se, invece, non siamo soli ma in compagnia, per esempio, del nostro o della nostra partner, possiamo decidere di fare tutto quello che ho scritto prima insieme, ma con una variante finale, ovvero un confronto, a fine lavori, dei due o più resoconti così da poter, poi, integrare un unico piano di azione che vede la selezione e l’insieme delle necessità sia dell’uno che degli altri.
Del resto se convivete in casa, avrete sicuramente un progetto comune, no?
Ricordatevi, dunque, qual è e lasciate che sia esso a guidarvi nelle scelte da fare, ritrovando la completezza attraverso la dualità, ma senza mai smettere di percepire il vostro sentire per voi stessi.
Cose da fare quando ci si annoia a casa per bambini
E se ci sono dei bambini? Come fare?
Intanto non possiamo non considerare che l’Universo che vivono i bambini è quello più vicino all’autenticità della consapevolezza del qui e ora.
Ogni istante vissuto da loro è un momento autentico del vivere ogni attimo secondo il sentire di quel momento e fosse per loro non si dovrebbe mai smettere di giocare.
In effetti, se ci pensiamo, tutto ciò che facciamo da adulti nella vita è come un gioco visto da uno spazio un po’ più importante, ovvero attività a cui si attribuiscono valori assoluti di responsabilità, ma alla fine della fiera sono continue macchinazioni dentro alle quali mixiamo le nostre risorse, scoprendo fin dove possiamo spingerci, proprio come nei giochi.
Per questo dovremmo renderci conto della nostra naturale predisposizione a essi, che può assumere variabili più o meno seriose a seconda del nostro temperamento e delle nostre abitudini.
Detto questo, ritornando a parlare di cosa fare quando ci si annoia a casa con dei bambini, l’aspetto più divertente e coinvolgente potrebbe essere quello di entrare in empatia con loro, credendo di essere un altro bambino, al fine di creare una connessione vibratoria che non vede distanze o confini, ma solo condivisione.
Entrare nel loro mondo e lasciarsi conquistare da esso potrebbe darci parecchi benefici, sia mentali che fisici, fino a percepire nel cuore la gioia del vivere. Tuttavia, soprattutto se si deve anche lavorare da casa, quindi giocare sul serio, non possiamo non mettere dei limiti affinché tutti possano trovare il proprio spazio, anche quello condiviso.
A seconda dell’età dei bimbi, ovviamente, si potrebbe pensare di fare, insieme, un calendario settimanale delle attività e del tempo da dedicare, così da fornirvi una specie di mappa dell’isola che non c’é, proprio come nel regno di Peter Pan.
Una mappa colorata con orari, accordi, giochi seri e giochi giocosi, così da avere tutti un punto di riferimento da rispettare. Per gli adulti, così, potrebbe essere più facile fare appello, dinnanzi alla richiesta del bambino di continuare, al codice d’onore della mappa, firmata e controfirmata da tutti (scarabocchi concessi).
Cose da non fare a casa
Esiste, tuttavia, un vademecum delle cose da non fare a casa, a meno che non si voglia vedere la propria performance disastrosa su “Paperissima” o su qualsiasi altro video youtube.
É chiaro che ci sono, in casa, dei limiti oggettivi e fisici, e che occorre tenere conto delle leggi della fisica e, se mi permettete, del buon senso.
Se, per esempio, voglio fare attività di ballo in una stanza, cercherò di spostare ogni oggetto affinché nulla sia a rischio, né per me che per gli altri.
Se decido di improvvisarmi elettricista, visto il tempo a disposizione, farò in modo di avere prima tutte le informazioni necessarie per fare ciò che occorre fare, e così via….
C’è un comun denominatore, a ogni modo, in tutti questi esempi fatti ed è un fattore che potrei proprio riportare come cosa da non fare: vivere nella non presenza.
Lasciarsi trascinare dalle nostre emozioni, che ci inducono verso un’impellente voglia di fare qualcosa a tutti i costi, sottovalutando tutto il resto, può recare dei danni.
Per quanto questo qualcosa vi riempia e possa essere eccitabile, respirate, prima, e concedetevi la possibilità di vivere questo momento, attimo per attimo, senza lasciare che l’emozione bruci il sentire nel corpo.
In fondo anche quel sentire è un messaggio che necessita di essere ascoltato e che, magari, potrebbe completare, edificare, proteggere o ampliare ciò che avete deciso di mettere in campo, senza cadere nella trappola del detto “la gatta frettolosa fa i gattini ciechi“.
Buona mindful home!