Prima di comprendere come poter governare la paura artificiale è importante sapere cosa accade al nostro corpo quando noi proviamo la paura.
Per l’uomo, e non solo, la paura è una delle emozioni primarie atte alla sopravvivenza e alla sua evoluzione. La paura non solo mette l’uomo nella condizione di non perdere la propria vita di fronte ai pericoli, ma anche a innescare una serie complessa di reazioni a catena che portano tutte in un’unica direzione: l’azione.
Ecco allora che il nostro corpo, durante il processo della paura, produce l’ormone dello stress atto ad attivare alcune parti fisiologiche e mettere in salvavita le altre, attiva una parte del nostro sistema nervoso che porterà all’attacco o alla fuga, e il cervello entra in uno stato di allerta.
Così le nostre pupille si dilatano, il respiro aumenta insieme anche all’accelerazione della nostra frequenza cardiaca, mentre la pressione si alza e così anche il flusso sanguigno.
Addirittura l’intelligenza del nostro corpo direziona più glucosio ai nostri muscoli, sottraendolo ad alcuni organi non vitali, e questo per favorire l’espressione massima dell’azione.
Tutto verte sul pericolo e punta alla strategia per superarlo, e questo succede, dentro di noi, tutte le volte che la proviamo.
Allora la domanda che vi pongo è la seguente: Ma quando siete seduti davanti alla televisione che vi parla di incombenti sciagure, e, quindi, provate paura, cosa fate per favorire anche solo lo smaltimento di quel glucosio richiamato ai vostri muscoli?
Oppure quando state guardando un film dell’orrore, appena provate paura, cosa fate, poi, per poterla smaltire?

L’era della manipolazione emotiva
Fare questa riflessione è importante perché su questo meccanismo si fonda buona parte della manipolazione emotiva e del controllo del “malessere” che deve regnare sovrano per poter avere un popolo di persone deboli e bisognose di cure (emotive, psicologiche, fisiche etc…), che percepiscono la vita come una continua incertezza e che vivono nella speranza che qualcuno li possa salvare vendendo loro soluzioni facili.
Basta semplicemente aprire gli occhi e dare un’occhiata all’aumento vertiginoso dei malesseri che tutto ciò che abbiamo vissuto in questi anni di “pandemia” ha portato, soprattutto dal punto di vista delle fobie e delle preoccupazioni oltre ogni ragionevole senso.
Del resto i media fanno il loro lavoro, un po’ sporco, certo, ma pur sempre il loro lavoro: vendono notizie in cambio di ascolti, attenzione, interesse, e da sempre ciò che più fa paura più attira l’attenzione, dunque che si metta dappertutto.
Solo l’altro giorno leggevo l’ennesimo articolo sulle previsioni meteo catastrofiche dell’arrivo di un inverno come mai non ne avevamo vissuto. E anche su questo basterebbe osservare come gli stessi titoli degli articoli porterebbero verso una direzione e poi, nel corpo dell’articolo, si parli invece di tutt’altro (strategia di attrazione dell’interesse).
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Nutrire la mente o nutrire l’anima?
Ma allora come possiamo non farci prendere alla sprovvista e difenderci da questi continui attacchi manipolatori?
A parte il fatto che mi verrebbe di consigliare di vedere meno televisione e di navigare meno sui social, quello che è fondamentale è portare, nelle nostre vite, un’attenzione consapevole che ci aiuti a distinguere ciò che attira i nostri meccanismi e ciò che, invece, nutre la nostra anima.
La Mindfulness può essere un grande spunto, e allora, di fronte a qualsiasi notizia, a meno che non incomba un reale pericolo che sta avvenendo nell’immediato, fermatevi a respirare e a chiedervi se ciò che state ascoltando sta nutrendo la vostra anima oppure alimentando i meccanismi della vostra personalità.
In un certo senso la paura della morte è comprensibile, ma è davvero oltre ogni logica la paura della vita.