Quando si ha troppo tempo o quando se ne ha troppo poco.
Quando si parla di tempo i punti di vista si dividono inevitabilmente.
Per una persona molto impegnata, per esempio, il tempo è qualcosa di cui non se ne dispone mai abbastanza e che provoca sensazioni di rincorsa continua.
Per una persona malata, invece, che si ritrova in una situazione di “costrizione“, il tempo sembra non trascorre mai, anzi, le giornate passano lente e, in alcuni casi, tormentose.
Prendiamo, ancora, il caso di una persona che si ritrova, tutti i giorni della settimana, a fare qualcosa che davvero non gli piace e che non sopporta: egli vivrà il tempo solo in funzione del traguardo del fine settimana dove, invece, potrà regalarsi momenti spensierati, percependo il tempo in due modi: durante la settimana come lento e interminabile, nel week end troppo rapido e veloce.
Dunque la domanda sorge spontanea e ci si chiede:
Il tempo non è uguale per tutti?
A questa domanda si potrebbe rispondere che oggettivamente è certo che il tempo scorra per tutti allo stesso modo, ma individualmente può essere diverso. In che modo? Per via della “percezione“.
Ognuno percepisce la realtà a seconda del proprio sentire emozionale, un po’ come dire che in base alle emozioni il tempo viene percepito come qualcosa di ostico o non sufficiente, veloce o interminabile. Altro punto di vista doveroso, invece, è quello che viene studiato in scienza quantistica.
A tal proposito ho trovato interessante uno spaccato di un’intervista uscita sull’Espresso il 23 ottobre del 2014 fatta al fisico Carlo Rovelli: «Einstein si è accorto che in mezzo fra quello che chiamiamo “passato” e quello che chiamiamo “futuro” c’è qualcos’altro che prima nessuno aveva notato. Non c’è soltanto un effimero e istantaneo “presente”, c’è molto di più. Il motivo per cui questo “qualcos’altro” di solito non lo notiamo è che dura molto poco. Quanto dura questo “né passato né futuro” dipende dalla distanza. Per esempio se noi stiamo parlando nella stessa stanza, l’intervallo che non è né passato né futuro è di qualche nanosecondo, cioè pochissimo, e non lo notiamo. Se stiamo telefonandoci da New York dura un millisecondo, ancora troppo poco per notarlo, ma se io sono sulla terra e il lettore di questo numero dell’“Espresso” è su Marte, allora il “né passato né futuro” dura un quarto d’ora, e questo sì che si nota. Per questo non si può avere una conversazione semplice fra Marte e la Terra: perché anche se io provo a rispondere non appena sento la tua domanda, tu comunque avrai la mia risposta dopo 15 minuti.
Quei quindici minuti non sono né nel mio passato né nel mio futuro. Sono nella “zona intermedia”.
Significa che non si può dire “in questo momento nell’universo le cose sono così e cosà”. Non esiste, in realtà un “questo momento”, nell’universo».
Adesso, allora, comprendiamo bene quanto sia necessario vivere il qui e ora, unico stato percepibile da tutti noi in egual misura.
Gestione del tempo
Dunque, come gestire il tempo, il qui e ora, unico tracciato percepibile a nostra disposizione?
Come accennato precedentemente, un modo per viverlo nella maniera più funzionale possibile è quello di evitare che la nostra mente si possa frapporre tra ciò che c’è nel momento presente e ciò che si teme possa arrivare o ciò che, ormai, non c’è più.
Avere un piede in avanti e uno indietro ci fa perdere l'”attimo fuggente” che ignoriamo totalmente essere il vero costruttore del nostro futuro. Non è il futuro una costruzione del presente, passo a passo? Senza contare che questo continuo oscillare ci porta, invevitabilmente, a quella produzione ormonale del cortisolo, così chiamato ormone dello stress.
Gestione del tempo: ridurre lo stress con la Mindfulness
Ora, immaginatevi nel pieno di un presente immerso nei pensieri “depotenzianti” di incertezza, paura, smarrimento che vi sovraespone a uno stress sempre più crescente… Come potete riuscire, in quel momento, a compiere delle scelte autentiche e funzionali per voi? Come potete scindere ciò che vi nutre in positivo da ciò che, invece, vi devasta?
C’è solo una risposta a tutto questo: il respiro. Molte pratiche della Mindfulness si fondano sulla percezione del respiro come radicamento naturale nel qui e ora, inevitabile ancoraggio nel presente.
In quel momento in cui percepite il vostro respiro tutto sembra assumere un aspetto vasto, aperto, immenso, ed è proprio lì che si crea lo spazio per poter agire in libertà, ascoltando ciò che c’è e non ciò che si pensa ci possa essere. In particolare questa pratica può aiutare, in un esempio concreto, chi, in questo periodo, si è ritrovato o si ritrova tutt’ora a dover fare i conti con lo “smartworking“

Smartworking e gestione del tempo
Questa tendenza un po’ obbligata ci ha portati a fare i conti con il vivere il nostro lavoro a stretto contatto con la realtà quotidiana di una gestione della casa, familiare o di usi e abitudini stravolti.
Ritrovarsi a lavorare da casa mentre, in giro per le stanze, girano bambini che vogliono giocare o animali che chiedono attenzione non è per nulla semplice. Il tutto, poi, peggiora se da parte dei conviventi non si comprende quello che si sta facendo come qualcosa di piuttosto serio e, per questo, rimandabile.
Come poter affrontare tutto questo se non avete il giusto equilibrio interiore che vi permette di imporre la vostra necessità agli altri o di scendere ad amorevoli compromessi?
Più facile a dirsi che a farsi, potreste dire voi, ma il punto è uno solo: utilizzare l’applicazione della mindfulness potrebbe essere un modo efficace per sentire, davvero, cosa per noi è prioritario e importante, dando il giusto peso alle cose per il nostro benessere, che poi, inevitabilmente, diventa un beneficio anche per chi convive con noi, a meno che non si capisca che quella convivenza proprio non faccia per noi, ma questo è tutto un altro articolo! 🙂
Esercizi pratici per la gestione del tempo
Abbiamo detto che la partenza è il respiro, giusto? Quindi fatelo, per favore, anche in questo momento.
Tre respiri profondi che vi permettano di percepire il respiro in entrata e poi, lentamente, in uscita… riprese le redini del tempo presente scrivete su un foglio quelli che possono essere le vostre priorità, le cose che sentite di dover fare e le cose che ritenete importanti.
Riordinatele, poi, secondo una scala di “priorità“, senza sovrapporre nulla: ogni cosa al suo posto e nella sua giusta posizione.
Ecco davanti a voi un quadro chiaro di ciò che potreste seguire secondo un ordine che vi permette, passo dopo passo, di vivere il presente senza l’illusione che il fare mille cose diverse, in uno stesso momento, possa farvi realizzare più cose.
Del resto le vostre risorse energetiche non sono inesauribili, quindi occorre salvaguardarle per poterle fare durare il più a lungo possibile.
Giochi di gestione del tempo
Ancora non vi basta? Non trovate particolarmente attraente tutta questa metodologia? Bene, prendete, dunque, dei colori a vostra disposizione e iniziate a disegnare, vicino ai vostri impegni, simboli e figure ispirate dalla vostra fantasia. Riordinate secondo un numero crescente le cose da fare e scegliete un segnapersona che vi piace (una pietra, un soldatino, una macchinina, un fiore) e create una vera e propria mappa, come una sorta di tracciato, un gioco dell’oca.
Posizionate, in ogni casella, le tappe da raggiungere e, man mano che lo fate nel pratico, portate avanti il vostro segnapersona. Potrebbe essere divertente vedere i vostri progressi come in un grande gioco dove voi ne siete i protagonisti… e chissà che magari, in tutto questo, coloro che convivono con voi non si possano sentire coinvolti in questo gioco a tal punto da diventare una squadra unita, un super staff con l’obiettivo di giocare tutti verso il benessere reciproco!
Buona mindfulness a tutti!