CAPITOLO I
Tutti a casa di Andrea
Una sera dissi loro: “Che ne dite se ci vedessimo, insieme, per fare una meditazione di gruppo, solo noi 7, per cercare di dare un senso a tutto ciò che sta avvenendo sul nostro pianeta Terra?
Ero con i miei amici, coloro con i quali condividevo parte delle mie avventure esoteriche. Intendiamoci, non facevamo sicuramente cose strane come molti potrebbero pensare, tipo, che so, orge, rituali sacrificali o arti magiche oscure. Semplicemente decidavamo di metterci in un cerchio di condivisione e meditavamo, ponendo un intento comune: contattare la nostra parte più spirituale.
Non è certo questo l’unico modo per poterlo fare, ma proprio questo è stato il modo tramite il quale ho incontrato Alter Lux per la prima volta, o almeno credo… anzi, ripensandoci, penso di averlo sempre sentito dentro di me, ma non mi sono mai concesso la possibilità di poterlo incontrare davvero. Troppe resistenze mentali.
Quella sera stavamo facendo qualcosa che non era propriamente concesso, infatti eravamo già immersi tra le restrizioni dell’emergenza sanitaria dichiarata, ma si sa, o se non lo si sa ve lo dico ora, che quando hai un focus in linea con la tua anima le porte non posson che aprirsi senza mai ostacolarti. E così la stanza era pronta…
Eravamo a casa di Andrea, una tra le anime più affini e stravaganti che io abbia incontrato in questa vita. Rockettaro nel sangue, ma anche un grande conoscitore della geografia sacra. Già altre volte ci siamo trovati da lui, ma questa volta l’intento era precisamente uno e unico, dunque ha acceso le candele, per creare l’atmosfera, e dalla grande finestra di casa sua si poteva vedere, brillare in lontananza, la Sacra di San Michele, uno straordinario pezzo di storia spirituale all’imbocco della val di Susa, vicino alla città duale tra il triangolo della magia bianca e quella della magia nera, Torino.

Insieme a me c’era anche lei, la mia sorella spirituale Annalisa, si potrebbe dire la mia parte al femminile: ormai abbiamo smesso di contare tutte le volte che, pur da lontano e in posti diversi, abbiamo sentito e vissuto le stesse vicissitudini.
Tutto era pronto e io avevo sentito la necessità di preparare una formazione nelle posizioni dei partecipanti alla meditazione molto precisa: ispirandomi alle “7 Iniziazioni” di Salvatore Brizzi, ho fatto in modo che ognuno dei presenti incarnasse un’energia tra le sette citate nel libro, e che ogni energia avesse una posizione molto specifica nella conformazione geometrica che avevo visualizzato.
A volte è difficile spiegare agli altri cosa vedono i miei occhi, tal volta da chiusi ma tal volta anche da aperti, e non tutti riescono a comprenderne i dettagli. Ho sempre spiegato che, oltre ad avere altri sensi molto sviluppati, sicuramente sono per lo più visivo, e questo mi permette di “vedere” ciò che altri non sempre percepiscono.
Ma torniamo nella nostra meditazione dei 7 raggi, così l’avevamo definita.
Dunque ci preparammo a vivere l’esperienza, e per poterlo fare chiesi ad Annalisa di guidare tutta la meditazione, partendo dall’intento ma poi lasciando a lei la libertà di guidarci verso ciò che, intuitivamente, le veniva suggerito dal suo sentire. Lei avrebbe incarnato l’energia della verità ed era pronta a tagliare, con la lama della scelta, qualsiasi menzogna camuffata si fosse presentata al nostro cospetto.
E fu così che iniziammo a respirare, lasciando che i nostri corpi si potessero rilassare a tal punto da creare spazio, dentro di noi, a un sentire più autentico…
Ognuno, come accennato prima, aveva un ruolo ben preciso in tutto questo vivere l’esperienza, dunque non poteva mancare il guardiano, una sorta di figura che, in particolare, si sarebbe assicurato di proteggere il gruppo rimanendo all’erta da qualsiasi vibrazione di bassa natura avesse percepito. La nostra sentinella di luce, dunque, era Riccardo, un ragazzone dal corpo statuario e dal viso bambino, un’anima genuina e molto sensibile. Poi avevamo anche lei, Maria Elena, che si occupava della poesia della bellezza e si concentrava nel vibrare sulle note della delicatezza dell’amore del cuore, proprio quella vibrazione che tutto sprigiona dalla zona del centro del nostro petto, il quarto chakra. Ma poi ancora avevamo Simone, mio fratello di sangue, che con la sua vibrazione da guerriero emanava la giusta energia di forza che necessitava al gruppo per addentrarci in quel tipo di esperienza, perfettamente in sintonia con Irene, che con la sua energia da guerriera del potere attivo faceva da perfetto complementare a Simone. Andrea si occupava della parte da cerimoniere, quindi il rituale e la cura di ogni suo dettaglio erano di sua competenza.
A questo punto non rimane che svelare quale sarebbe stata la mia parte in tutto questo vero e proprio gioco di squadra: il viaggiatore di mondi. Avendo la capacità di trovarmi, simultaneamente, in luoghi diversi e anche tutti contemporaneamente, questo era il mio compito ed ero prontissimo ad affrontarlo con tutto l’entusiasmo tipico del mio essere.
Dunque tutto era pronto: 3… 2… 1… incominciò il viaggio.
