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I benefici della meditazione nella disciplina della Mindfulness

All’interno della disciplina della Mindfulness, troviamo un insieme di pratiche “formali” grazie alle quali possiamo imparare a utilizzare lo strumento della meditazione. E’ necessario però comprendere prima di tutto cos’è realmente la meditazione nell’ottica della Mindfulness stessa, il cui scopo è quello di insegnare alle persone a vivere in modo presente e vigile, ad auto osservarsi in tutti gli aspetti mentali, emotivi e fisici, e a coltivare la consapevolezza di “esserci”, che è una vera e propria sensazione che ci fa sentire vivi, coscienti, allineati con il nostro Essere.

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La meditazione nel protocollo Mindfulnes

Le pratiche di meditazione sono molto antiche e possiedono sfumature differenti a seconda delle culture da cui provengono, ma in linea di massima il loro scopo comune per il quale vengono utilizzate da millenni risiede nella possibilità di imparare, con disciplina, a mantenere l’attenzione orientata all’interno di noi, producendo una maggior calma mentale e un maggior distacco rispetto alle cariche emotive che si muovono dentro di noi. 

Nel protocollo Mindfulness, la meditazione viene proposta e utilizzata come una sorta di allenamento all’utilizzo consapevole della nostra attenzione. Di norma, durante la giornata, noi non siamo pienamente attenti mentre viviamo e agiamo nel mondo, ma siamo piuttosto “persi” nel ruminio mentale continuo e negli eventi esterni che ci condizionano. Dunque è necessario prima di tutto comprendere che l’attenzione è uno strumento preziosissimo per il nostro benessere psico-fisico, e che imparare a direzionarla con la nostra volontà dove noi vogliamo, dove a noi serve, diventa la più grande svolta che possiamo produrre nella vita. 


Esercitare la meditazione, nell’ottica della Mindfulness, significa innanzitutto prendersi un piccolo lasso di tempo (all’inizio qualche minuto, poi si può aumentare a 15-20 minuti fino ad arrivare a mezz’ora o un’ora) per potersi sedere in silenzio, senza essere disturbati, con gli occhi chiusi. Si tratta di iniziare a direzionare l’attenzione sul respiro, e sulle sensazioni che il respiro genera nel corpo (nelle narici, nel petto e nell’addome ecc.), sul lieve rumore che il respiro produce, sulle sue qualità, se è corto o profondo, se è veloce o lento, e così via. La mente si insinuerà molte volte, e noi ci perderemo dietro a qualche pensiero, finché non ci accorgeremo e torneremo al respiro. Senza fare nulla, senza aspettarsi nulla, senza voler ottenere nessun risultato immediato. In Mindfulness, si medita per allenarci a direzionare l’attenzione.


Negli esercizi di meditazione capita di perderla dietro ai pensieri e riportarla sul respiro, e questo è esattamente ciò che va fatto. Come quando facciamo le flessioni e sentiamo attrito nei muscoli, e magari ci fermiamo e poi ricominciamo; o come  quando impariamo a guidare, e all’inizio la macchina si spegne nel gioco: “frizione acceleratore”

Ecco che nel tempo, grazie al governo della nostra attenzione, ci troveremo più vigili e attenti, più rilassati e quieti, più presenti alle nostre sensazioni interne e più coscienti della nostra Essenza: in altre parole saremo più aperti a percepire la voce dell’Anima, che si manifesta con le intuizioni, con gli stati d’animo del Cuore, come la compassione e la gratitudine, più ancorati alla volontà del servizio agli altri.

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I benefici delle pratiche formali: Esercizi di Mindfulness

Gli esercizi base da cui poter partire nell’ambito delle pratiche formali della Mindfulness, ossia quelle di tipo meditativo, sono due:


  • Almeno tre volte al giorno, in orari differenti e qualsiasi cosa stiamo facendo in quel momento, ricordarsi di chiudere gli occhi per un minuto (un solo minuto!) e rimanere semplicemente in osservazione dei pensieri che passano nella mente;

  • Una volta al giorno, sedersi su una sedia, con i piedi ben appoggiati a terra, con le mani sulle gambe, chiudere gli occhi e iniziare a portare attenzione al respiro, tornando sul respiro ogni qual volta ci accorgiamo di esserci persi dietro alla mente; si può iniziare con un timer di 7 minuti e aumentare di settimana in settimana di 1 minuto alla volta. In questa seconda pratica è utile curare qualche dettaglio del setting, come per esempio scegliere un posto della casa che ci piace, in cui ci sentiamo pienamente a nostro agio, e creare lì una sorta di piccolo spazio sacro, con una sedia e qualche abbellimento a seconda dei nostri gusti (può essere un tappeto da sentire sotto le piante dei piedi, una candela, un incenso, un vaso di fiori ecc.); questa accortezza serve a rendere sacro lo spazio e quindi la pratica che andiamo a fare ogni giorno, creando una ritualità che di per sé è importantissima nel processo di riconnessione con la nostra Essenza.


Queste due semplici pratiche, soprattutto se abbinate alle pratiche “informali” (che potete scoprire qui) hanno effetti sorprendenti, che anche le neuroscienze hanno ampiamente dimostrato, tramite lo studio di come si modificano alcune parti del cervello, effettuato su diversi campioni di persone che praticavano la meditazione quotidianamente. 

Oltre ad accorgersi di più delle proprie sensazioni interiori, le persone si sentono più quiete, meno reattive, più capaci di concentrarsi, con maggior energia e vitalità, più consapevoli dei meccanismi mentali e meno identificate con la propria personalità (approfondisci qui).


Inoltre, uno dei benefici più grandi è legato alla crescente sensazione di essere vivi, che le persone sperimentano durante gli esercizi di mindfulness. Si sentono più espanse, come se vedessero con più lucidità e neutralità se stessi e il mondo. La presenza, infatti,  è una sensazione che proviene dalla nostra coscienza profonda, ed è la porta per il contatto con l’Anima. Questa è la ragione per cui, dopo del tempo, le persone iniziano anche a sperimentare maggior armonia nelle relazioni con gli altri, a partire dai familiari più vicini. Lo sforzo dell’allenamento viene ampiamente ripagato, ne vale davvero la pena!

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