L’immediatezza dell’Essere
Nella fase di vita del sonno della coscienza, ovvero quando ancora siamo identificati con la nostra mente e crediamo ai pensieri come a delle assolute verità, per comprendere ciò che non funziona, le scelte da rivedere, le situazioni da cambiare, possono passare anni. Ci costringiamo a vivere, così, una realtà che non ci soddisfa, che ci richiede sforzo e provoca pesantezza.
Poi iniziamo un percorso di risveglio della consapevolezza, pratichiamo Mindfulness e impariamo la presenza.
Allora il tempo si accorcia. Iniziamo a riconoscere i meccanismi che ci tengono legati a una situazione o a una persona. Iniziamo a vedere che questi meccanismi ci governano attraverso forme pensiero ed emozioni basse. E iniziamo poi a lasciarle andare intraprendendo dei cambiamenti nella nostra vita.
Da lì in avanti, quando entriamo in una situazione nuova o compiamo una scelta, in presenza ci osserviamo.
In un tempo sempre più breve (magari mesi o settimane o alcuni giorni) ci possiamo accorgere se ciò che abbiamo scelto è davvero funzionale per noi. Viviamo da testimoni non coinvolti nel giudizio e quindi impariamo a discernere cosa funziona fluidamente e cosa no. Sappiamo allora cambiare strada, senza attaccamenti, laddove serve.
Magari abbiamo comunque dovuto vivere momenti difficili per comprendere, però abbiamo conosciuto sempre meglio delle parti di noi.
Arriva un momento, andando avanti nel risveglio, in cui la presenza consapevole illumina anche l’attimo della scelta, e lì impariamo davvero a sentire cosa va bene per noi e cosa no, ci fidiamo del nostro intuito profondo. Ed ecco che allora tutto diventa creazione immediata di una realtà fluida e soddisfacente. La sincronia tra intuito e scelta ci rende creatori del nostro mondo.
In altre parole, arriviamo all’immediatezza dell’Essere nel qui e ora.
Annalisa Chelotti