Conoscere i simboli dei tarocchi in ogni loro sfacettatura, studiarne i particolari, ricercare anche i più piccoli segni di comprensione infinita, è l’unica strada per poterli interpretare e poterli usare come linguaggi di responso divinatori?
Esiste un confine sottile tra mente e cuore e, paradossalmente, possiamo trovare una similitudine tra significato oggettivo, dato dallo studio dei simboli per quello che il tempo ha perpetuato attraverso l’uso della parola, e il significato soggettivo che ognuno di noi sente nel profondo.
Allora la questione si apre verso la conoscenza di se stessi, ovvero quanto siamo pronti a percepire il linguaggio del nostro intuito, del nostro cuore…
Per esempio, se in una consulenza più volte e per più persone esce la carta numero 13, la tanto “temuta” MORTE, non è possibile che possa avere lo stesso e identico significato oggettivo per tutti, al di là delle varianti delle carte che vi sono vicine e la domanda centrante del quesito chiesto, che già mette in discussione molteplici possibilità.
Questo fenomeno non è molto diverso dall’utilizzo di qualsiasi altro “mestiere”.
Prendiamo l’artigiano, per esempio. Egli, infatti, può scegliere se affidarsi alla propria tecnica fatta di studi, di logici meccanismi, di matematici e riproducibili modelli, oppure può scegliere se lasciarsi affidare dall’isipirazione, dall’intuizione e così via…
In questo esempio quali delle due creazioni saranno giuste?
Ovviamente entrambi saranno risultati funzionali, ma avranno una differenza che difficilmente si potrebbe spiegare a parole: qualcuno potrebbe dire che un risultato sarà perfetto mentre l’altro sarà poetico.
E cos’è la poesia se non quell’ispirazione che ci mette in comunicazione con il divino?
Il filosofo Josè Ortega Y Gasset diceva che “Il poeta comincia dove finisce l’uomo“, e io affermo che dove finisce la nostra comprensione logica comincia l’approccio con l’infinito.
Per questo dico che i tarocchi sono un linguaggio universale, antico e potente, e ci mettono in contatto con le leggi dell’universo: possono davvero renderci coscienti dei meccanismi “invisibili” che mettiamo in atto quando, soprattutto, non siamo in linea con il percorso della nostra anima in sintonia con la nostra “missione” su questa terra, ma per poterli usare, anche se con lo studio tecnico tutti possono essere in grado di leggerli, dobbiamo entrare in noi stessi e con grande fede aprire il nostro cuore all’universo che è dentro di noi, perché noi siamo tutto e tutto siamo noi.
Fatto questo lavoro interiore nulla diventerà incomprensibile, neanche un arcano maggiore che da simbolo negativo diviene positivo e viceversa.
Dunque sperimentate e osate, senza lasciarvi condizionare dai tentativi della mente che spesso mettono a dura prova il nostro “ascolto divino”, e se poi metterete insieme lo studio logico dei simboli con la comunicazione intuitiva, beh, ditemi come poter venire da voi per farmi leggere le carte e sarò lieto di contraccambiare!
Parola di Luca