In uno dei nostri precedenti articoli, abbiamo descritto cos’è la ruminazione mentale, detta anche immaginazione negativa, fornendo un protocollo in 4 step per governare meglio l’attività mentale e riappropriarci della nostra libertà interiore
Uno dei più grandi problemi che genera la ruminazione mentale è la frequente difficoltà a passare all’azione nella direzione del proprio benessere.
Pensieri, credenze e azioni mancate
Quando siamo preda della mente e dei pensieri che genera in modo confuso e compulsivo, è come se guardassimo la vita da dietro uno schermo, che distorce tutto ciò che vediamo, percepiamo, udiamo. I pensieri ripetitivi generano schemi limitanti che rappresentano per noi una mappa della realtà, che nella maggior parte dei casi non corrisponde alla vera realtà.
Proviamo a fare un esempio. Supponiamo che si sia appena concluso un litigio con il partner, durante il quale tu lo accusavi di non ascoltarti, di non capirti, di essere egoista e pensare solo ai fatti suoi; il partner dal canto suo si difendeva dicendo che è sacrosanto nutrire i propri bisogni e che le sue decisioni non sono egoistiche bensì atti di gentilezza verso se stesso. Passato il litigio, tu ti ritrovi sul divano a pensare incessantemente alle stesse scene appena vissute. I pensieri si accavallano l’uno sull’altro, e passano da frasi di accusa verso il partner, frasi di autocommiserazione su di sé, frasi di vendetta, frasi di lamento; e intanto il corpo emotivo passa dalla rabbia all’impotenza, dalla frustrazione alla tristezza, e il corpo fisico patisce tutto ciò e si contrae, sviluppa gonfiori, dolori, irrigidimenti. Tra poco dovresti andare in palestra ma rinunci perché stai troppo male.
Che cosa è successo realmente?
I pensieri ossessivi ti hanno costretto a vedere una realtà distorta, filtrata da schemi condizionati e credenze limitanti. La mente conscia ti induce a pensare a quanto sia stato egoista il tuo partner, ma nella parte più inconscia questo significa che il suo comportamento ha semplicemente stimolato una ferita di riconoscimento, attivando uno schema ben preciso, una credenza ben radicata, che potrebbe essere per esempio: “Se il mio partner fa qualcosa per se stesso da solo senza di me, allora vuol dire che non mi ama e che io non valgo niente”.
Dal punto di vista della consapevolezza, tu vedi solo la superficie, ossia un comportamento cattivo da parte sua che ti ha fatto stare male. Tutto il resto si muove al di sotto del tuo livello di consapevolezza, ma di fatto ti condiziona e ti impedisce di agire in accordo con i tuoi veri bisogni e in modo funzionale per te (rinunciando alla palestra di fatto vai contro di te).
Tre mini guide per andare oltre gli schemi mentali
Come è possibile uscire da questa prigione? Lo è solo se si è disposti a compiere un percorso di consapevolezza, che permetta di andare oltre la mente, di andare oltre gli schemi e le credenze, e di agire in modo funzionale nella direzione dei nostri veri bisogni, delle nostre aspirazioni e dei nostri desideri autentici.
I protocolli della Mindfulness forniscono diverse pratiche con cui esercitarsi a governare meglio la mente. Oltre a quella in 4 step descritta nell’articolo citato in precedenza, vogliamo donarti 3 mini guide da scaricare gratuitamente in modo da poterti iniziare da subito ad allenare con l’auto-osservazione e la presenza consapevole.
Guida n. 1 – La pura attenzione al respiro
Con questa semplice pratica di Mindfulness, della durata di circa … minuti, utilizzata ogni giorno per qualche mese, è possibile imparare a radicarci nel respiro e quindi nel corpo, che è l’unica parte di noi che vive sempre e solo nel presente. Il corpo è qui quando cammini. Il corpo è adesso mentre parli o ascolti qualcuno. Il corpo è proprio ora mentre ti lavi i denti. Iniziare a praticare in uno spazio dedicato, con gli occhi chiusi, è utile per poi portare questa attitudine nell’azione.
Guida n. 2 – La meditazione della montagna
Questa pratica è piuttosto lunga, ma è utilissima nei momenti in cui la mente prende il totale sopravvento e ci porta a spasso dove vuole in modo compulsivo, generando un forte stress emotivo e corporeo. Sedersi e sentirsi montagna, immobile, solida, forte e stabile, ci aiuta a costruire uno spazio di imperturbabilità, uno spazio di centratura che si chiama appunto consapevolezza.
Guida n. 3 – Il registro dei pensieri
Dopo un po’ di tempo che pratichi gli esercizi precedenti, può essere utile introdurre un registro quotidiano in cui annotare, la sera, cosa abbiamo osservato in relazione al nostro corpo mentale. Quali sono stati i pensieri più ricorrenti? Quante volte ci siamo persi nei pensieri e magari ce ne siamo accorti dopo un po’ recuperando la centratura nel corpo? Scrivere ogni giorno ci aiuta a “misurare” i risultati raggiunti, ci rende più coscienti del percorso che stiamo compiendo, e ci permette di apprezzare maggiormente i nostri sforzi, congratulandoci con noi stessi per la determinazione e la costanza che mettiamo nella volontà di diventare la miglior versione di noi e di trasformare la nostra vita passo dopo passo.

