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Il Sentiero della Mindfulness: l’emozione di Annalisa di tornare alle origini

Le mie mani sudavano senza sosta e avevo il cuore che stava esplodendo nel petto. Sì certo, l’estate del 2022 è stata davvero rovente, ma il fenomeno corporeo che stavo vivendo non aveva nulla a che fare con il gran caldo di quel giugno, bensì era semplicemente ansia.


Sapevo riconoscerla, e sapevo anche le ragioni di tutta quell’agitazione. “Questa volta sostienimi tu” sussurrai a Luca, mentre stavamo ultimando i preparativi per la presentazione del nostro libro “Il Sentiero della Mindfulness”.


Lui mi ha sorriso sornione, sapevo che era divertito nel vedere la mia parte emotiva, visto che di norma sono piuttosto imperturbabile quando siamo insieme a lavorare.


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Dagli Appennini alle Alpi

Nove anni fa mi sono trasferita in provincia di Torino, dopo essere nata e cresciuta a Lucca. Nel mio passato lucchese, avevo lavorato come formatrice e terapeuta, ma tutto questo era circoscritto nell’ambito di alcuni percorsi rivolti ad aziende, lavoratori di vario tipo, disoccupati e giovani in cerca di nuove mansioni. Mi occupavo di comunicazione, di team building, di leadership e di consapevolezza in ambito lavorativo.


Poi dopo il trasferimento ho incontrato Luca, mio fratello d’Anima, e con lui ho dato vita al Sentiero dell’Essere, un’Associazione volta a progettare ed erogare corsi di crescita personale e di risveglio della coscienza. In tutti questi anni ci siamo ritrovati a parlare di consapevolezza di fronte a platee di vario tipo, da conferenze in teatro a gruppi di lavoro in una yurta nei boschi, da grandi sale riunioni di alberghi lussuosi a prati ombrosi nei periodi estivi.

 

Ma a Lucca non era ancora successo. Non ero più tornata nella mia città per lavoro, ma solo per abbracciare la mia famiglia e i miei amici del cuore. Ecco che il nostro libro è stato il pretesto per poter vivere anche questa nuova esperienza. Come simbolo di una nuova nascita, Il Sentiero della Mindfulness mi ha permesso di aprirmi alla possibilità di organizzare alcune presentazioni in Toscana.


Quel giorno, presso il Caffè Letterario di Lucca, stava accadendo una magia: ero lì, in piedi, accanto a Luca, con il nostro libro tra le mani sudate, con il cuore in tumulto, ad accogliere le persone più importanti del mio passato, che tra poco avrebbero ascoltato per la prima volta le mie parole, avrebbero visto la nuova me in azione, avrebbero scoperto i momenti più dolorosi della mia vita torinese attraverso i racconti del libro stesso. La mia mente si chiedeva se avrebbero compreso, se avrebbero riconosciuto quella nuova me…

I miei occhi scorrevano rapidi sui visi sorridenti dei miei genitori, dei miei cari zii, delle amiche del cuore con cui ho condiviso l’infanzia, l’adolescenza, i primi amori, le avventure sovversive, la ribellione, i cambiamenti… guardavo e sospiravo, nel tentativo di placare un po’ quell’agitazione.

Quale era la mia paura? Come mai ero così emozionata?


Aprire il Cuore all’Amore

C’erano davvero tutti i miei affetti più cari, tutti lì per me, pronti a conoscere la mia nuova creatura.

E tutto ebbe inizio. Presi in mano il microfono per dare il benvenuto e introdurre la presentazione, e quell’istante mi parve infinito. Decisi di ancorarmi al cuore e di rallentare, iniziando con la lettura di una parte del libro che parlava di attaccamento al risultato.


Ed ecco che, mentre le mie parole fluivano lentamente, sentii chiaramente il cuore che si stava aprendo. Un calore si espandeva nel petto, la commozione cardiaca si stava manifestando dentro di me, lasciando il posto poi a una gioia e a una gratitudine così profonde che mi parve di vivere un momento immortale.


Porto nel cuore ognuno di voi, e vi ringrazio per essere qui con me, ancora una volta, a festeggiare un passaggio importante, a onorare la nascita di un libro che racchiude le mie esperienze più evolutive ma anche più dolorose. Sono quello che sono oggi grazie a ciò che sono stata e in questo processo ognuno di voi è stato un diamante prezioso, verso cui ho un’immensa riconoscenza.”


Con quelle parole l’ansia scomparve del tutto, il mio corpo era di nuovo saldo e imperturbabile, pronto per incarnare il Servizio come ogni volta in cui c’è da trasmettere un po’ di consapevolezza.

Incontrai gli occhi dei miei genitori, pieni di amore, di stima e sostegno. Una lacrima scivolò sulla guancia di mia madre, così come dai miei occhi. 

L’unione profonda che l’amore ci permette di coltivare con altri esseri umani è la vera manifestazione di Dio nella materia.


Grazie alla Vita per darmi la possibilità di vivere tutta questa bellezza.


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