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I benefici della mindfulness in azienda: emozioni e motivazione

Nel mondo aziendale, e più in generale nel mondo delle organizzazioni, in passato vigeva la credenza che le emozioni fossero qualcosa da tenere ben lontano, in quanto viste come generatrici di caos e disordine, addirittura in contrapposizione con la motivazione ad agire, raggiungere obiettivi e produrre risultati. Si credeva che l’approccio razionale fosse l’unico a garantire la realizzazione degli scopi dell’organizzazione stessa. 

Oggi non è più così: negli ultimi due decenni numerosi studi empirici hanno portato alla luce una consapevolezza fondamentale: emozioni e motivazione sono due facce della stessa medaglia, ossia sono interconnesse e inscindibili per arrivare là dove l’organizzazione si prefigge di andare.

Come interagiscono emozione e motivazione nelle organizzazioni

Lo studio della motivazione indaga perché un dato comportamento viene attivato; lo studio delle emozioni analizza come un soggetto reagisce adottando dei cambiamenti nei comportamenti e nella fisiologia a seconda che uno scopo sia stato o meno raggiunto. 

Storicamente i due costrutti erano considerati opposti: la motivazione veniva considerata come una spinta organizzata per il raggiungimento dell’obiettivo, mentre l’emozione come un’eccitazione disorganizzata che rischiava di interrompere il raggiungimento dell’obiettivo. 

Alcuni autori attribuivano infatti alla motivazione quella parte di attivazione definita positiva, funzionale all’obiettivo che affluisce nell’azione e si manifesta in fenomeni come forza di volontà e concentrazione, mentre all’emozione veniva attribuita quella parte definita distruttiva, improvvisa, intensa, rapida ma poco coordinata, che disturba le attività finalizzate spingendo a un’azione impulsiva

Ricerche più recenti hanno dimostrato che esistono emozioni di piccola intensità che accompagnano ogni momento della vita quotidiana degli individui, che non solo non li allontanano dal raggiungimento degli obiettivi, ma addirittura fungono da guida per l’individuazione della strategia più idonea da mettere in atto nel qui e ora. 

Inoltre, anche un’emozione di forte intensità che distoglie l’individuo dai piani originari, in alcune situazioni potrebbe risultare proficua (per esempio, se sono in ufficio e suona l’allarme antincendio, una forte paura mi permette di smettere di lavorare e di alzarmi e scappare).

Emozioni e motivazioni sono quindi compresenti in diversi ambiti. In ambito scolastico, per esempio, l’apprendimento è influenzato da componenti motivazionali, in quanto le motivazioni incentivano all’apprendimento, e da componenti emotive, poiché è necessaria anche la gestione delle emozioni come la paura delle prove in classe, che se non controllata può interferire con la prestazione. In ambito lavorativo, vale lo stesso connubio: nella scelta professionale o nello svolgimento delle mansioni produttive, intervengono fattori motivazionali ed emotivi, come il desiderio di fare carriera, di acquisire identità e prestigio, insieme però alla paura, alla frustrazione e all’insicurezza che si possono sperimentare in contesti lavorativi, soprattutto se precari. 

Tenere conto di questa duplice dimensione dell’essere umano è oggi importante sia per chi lavora all’interno delle organizzazioni sia per chi le gestisce e le amministra. 

Dal punto di vista di un lavoratore, la consapevolezza delle proprie emozioni è fondamentale per poter interagire in modo più funzionale con colleghi, capi, sottoposti, e per poter trovare un equilibrio interiore tra le richieste che riceve dall’organizzazione e i suoi bisogni personali e professionali. 

Un individuo capace di sentire e regolare bene le proprie emozioni, è in grado di poter agire una certa determinazione e assertività, possiede maggior empatia verso gli altri, ha un cuore più aperto alla cooperazione, sa riconoscere cosa è tossico per il suo bene, sa mettere confini sani ma anche donare la propria conoscenza e competenza in modo incondizionato. 

Dal punto di vista di chi, invece, gestisce le organizzazioni, la consapevolezza emotiva permette di comprendere meglio come gestire il personale, genera maggiore circolarità nella comunicazione, aiuta nel prendere decisioni talvolta difficili, permette di orientare lo sguardo verso il benessere emotivo dell’intera struttura, al fine di ottenere anche maggiore produttività. 

Le emozioni sono quindi un veicolo per intensificare ancora di più la motivazione verso gli obiettivi, conservando il rispetto per i ritmi umani e l’armonia nel team di lavoro.

La mindfulness al servizio delle organizzazioni

Vista la centralità del connubio tra emozioni e motivazione, sarebbe davvero importante che le organizzazioni oggi iniziassero ad attrezzarsi per dare la possibilità a tutti i lavoratori coinvolti di imparare come acquisire maggiore consapevolezza emotiva. 

Purtroppo la maggior parte delle persone non sa rimanere in contatto con le proprie emozioni e non si accorge nemmeno di cosa avviene dentro di sé in chiave motivazionale. C’è una grande ignoranza in merito, proprio perché le emozioni sono state per lungo tempo considerate qualcosa di scomodo da evitare. O si viene travolti dalla loro intensità, o si reagisce in modo disfunzionale generando risposte che danneggiano noi stessi e gli altri, o si reprimono tentando di far finta di niente. 

Investire in percorsi di Mindfulness potrebbe essere la chiave per invertire la rotta e costruire dei team di lavoro consapevoli, capaci di sentire le emozioni e regolarle, capaci di agire le emozioni in modo sano e funzionale, capaci di utilizzare le emozioni al servizio della motivazione verso un obiettivo. 

Se per esempio sorge un ostacolo durante il lavoro, saper sentire rabbia, regolarla e utilizzarla in modo funzionale, significa acquisire dentro di sé maggiore forza per intuire strategie intelligenti per andare oltre l’ostacolo stesso. La rabbia sana è un’energia di azione, di spinta verso, di determinazione, che si sposa perfettamente con la motivazione. 

Se invece accade qualcosa di triste, come per esempio la perdita di qualcosa (di una fornitura, di un appalto, di una buona occasione ecc.), saper sentire e regolare la tristezza significa rielaborare tale perdita, comprenderne il significato più profondo, e magari rallentare per poterci dare il tempo di vedere una nuova soluzione, una nuova strategia. 

La Mindfulness è una disciplina molto potente per imparare a sentire e regolare le emozioni, e permette anche di essere più consapevoli di cosa ci motiva di più in base al nostro sistema di valori e alle nostre risorse interne. Introdurre tale disciplina nelle organizzazioni è la via del futuro, che potrà permeare il mondo aziendale, produttivo, ma anche no profit, di sempre più consapevolezza, e di conseguenza, di risultati sempre più soddisfacenti.

Questo intervento ha il solo fine di divulgare informazioni sull’essere umano e nuovi punti di vista, dando strumenti di conoscenza e di studio e strumenti della relazione d’aiuto, non è da considerarsi in alcun modo suggerimento medico o psicologico.

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