In uno dei nostri incontri a Milano con il gruppo di lavoro del Metodo Pi (psicobiologia delle emozioni) ho avuto modo di parlare con Diego Ingrassia, master coach ed esperto del comportamento emotivo specializzato nella metodologia di Paul Ekman, del film Inside Out 2. Così sono andato a vederlo, con la massima curiosità nell’osservare i cambiamenti della giovane protagonista che già nel primo capitolo mi aveva conquistato attraverso le sue svariate sfaccettature. Ho utilizzato il pilastro della “non aspettativa” e mi sono presto ritrovato immerso in una narrazione che, ancora una volta, ha saputo raccontare con sorprendente chiarezza il caos e la bellezza della mente umana.
Questa volta, il viaggio all’interno della mente di Riley ci introduce a nuove emozioni, come l’Inquietudine e la Confusione. Questi personaggi, inizialmente disordinati e quasi fastidiosi, finiscono per svolgere un ruolo cruciale nell’evoluzione emotiva della protagonista, dimostrando che non sempre bisogna combattere le emozioni difficili: a volte, è sufficiente ascoltarle e accoglierle.
L’ansia sociale: una compagna scomoda ma utile
L’ansia sociale è come un ospite indesiderato che si presenta nei momenti peggiori. Magari inizia come un lieve disagio in una stanza piena di persone, ma può rapidamente trasformarsi in un vortice di pensieri negativi: “Cosa penseranno di me? Sto dicendo qualcosa di stupido? Forse è meglio non parlare affatto.”
Tuttavia, è importante comprendere che l’ansia non è un’emozione in sé, ma una copertura di emozioni che si mobilitano nell’inconscio. È uno stato fisiologico che permette al nostro corpo di trovare una modalità con cui affrontare il conflitto tra l’emozione che vuole emergere e il nostro Super Io (autogiudizio interno), che non ce lo concede.
Proprio come l’Inquietudine in Inside Out 2, l’ansia può essere un segnale, un campanello che ci invita a prestare attenzione a ciò che sta accadendo dentro di noi. Forse al nostro bisogno di appartenenza, o alla paura di essere giudicati.
La domanda, quindi, non è come eliminare l’ansia sociale, ma come possiamo imparare a convivere con essa, trasformandola in un’opportunità di crescita e comprensione.
La Mindfulness come strumento di trasformazione
Ed è qui che entra in gioco la Mindfulness, una pratica millenaria che ci insegna a essere presenti nel qui e ora, senza giudizio. La Mindfulness non è una soluzione magica, ma una lente attraverso cui possiamo osservare le nostre emozioni senza lasciarci sopraffare.
Quando l’ansia sociale si presenta, possiamo fermarci, fare un respiro profondo e chiederci: “Cosa sta accadendo dentro di me?” Non per combatterla, ma per osservarla. Possiamo notare come si manifesta nel corpo – forse come un nodo allo stomaco o un tremore nelle mani – e accettarla, sapendo che ogni emozione, per quanto intensa, è temporanea.
In una scena memorabile di Inside Out 2, Riley affronta un momento di crisi sociale durante un evento scolastico. È qui che Inquietudine, invece di causare ulteriore caos, diventa una guida, invitandola a fare un respiro profondo e a riconoscere che il giudizio degli altri non definisce il suo valore. È un momento di straordinaria autenticità che riflette perfettamente la filosofia della mindfulness.Come applicare la mindfulness nella vita quotidiana
Affrontare l’ansia sociale con la mindfulness non significa diventare immuni alle difficoltà, ma sviluppare una maggiore consapevolezza e gentilezza verso noi stessi. Ecco alcuni semplici passi:
Ancorati al respiro: Quando ti senti sopraffatto, dedica qualche istante a respirare profondamente. Segui il ritmo naturale del tuo respiro, come se fosse un’ancora che ti riporta al presente.
Osserva senza giudicare: Nota i pensieri che emergono senza cercare di cambiarli. Ripeti mentalmente: “Va bene così. Posso essere qui con tutto ciò che sento.”
Riconosci la tua umanità condivisa: Ricorda che non sei solo. Molte persone provano ansia sociale, anche se non lo mostrano. Questo semplice pensiero può ridurre il senso di isolamento.
Pratica la gratitudine: Anche nei momenti di ansia, prova a trovare qualcosa per cui essere grato. Può essere una piccola cosa, come un sorriso ricevuto o un tramonto che hai visto.
Accogliere la confusione e l’incertezza
Proprio come Riley impara in Inside Out 2, l’ansia e l’incertezza non sono necessariamente qualcosa da eliminare. Sono parti naturali della vita, e se impariamo ad accoglierle con curiosità e compassione, possono insegnarci molto su chi siamo e su ciò di cui abbiamo bisogno.
L’ansia sociale non è un ostacolo insormontabile, ma un’opportunità di esplorare la nostra vulnerabilità e di crescere come esseri umani. La mindfulness ci offre la chiave per trasformare questi momenti di difficoltà in occasioni di autentica connessione con noi stessi e con gli altri.
E, chissà, magari un giorno potremo guardare l’ansia negli occhi e ringraziarla, come faremmo con un vecchio amico che, pur con i suoi difetti, ci ha sempre insegnato qualcosa di prezioso.