Ognuno di noi, nel profondo, desidera amare ed essere amato in modo libero e incondizionato, e quindi cerca nelle relazioni la possibilità di esprimere se stesso e la propria autenticità. Siamo fatti per vivere insieme agli altri, la nostra natura sociale è alla base del nostro sviluppo e della nostra evoluzione. Eppure, sembra che entrare in relazione con gli altri spesso sia la cosa più difficile della vita. Quando vogliamo bene a qualcuno, in forme differenti, si innescano dentro di noi paure e aspettative che ci fanno stare male, ci ritroviamo a vivere situazioni conflittuali, ci costringiamo a compiacere e ad annullarci, oppure a dominare con la forza.

La verità è che il nostro passato ci condiziona nelle relazioni del presente: non sappiamo equilibrare dentro di noi il principio femminile (accoglienza) e il principio maschile (determinazione), per cui non siamo pienamente integri all’interno dei legami affettivi. Ma questa non è una colpa! Sappiamo che la nostra psiche, e quindi il nostro modo di comportarci, sono stati plasmati dall’ambiente educativo dentro al quale siamo cresciuti, e ancora oggi ci portiamo dentro le ferite dei nostri vissuti. In maniera del tutto inconsapevole, ogni ferita si riapre e inizia a richiedere attenzione all’interno delle relazioni, soprattutto quelle più intime e vicine.  

E così, le relazioni diventano il desiderio più profondo e l’incubo più spaventoso: da una parte ne abbiamo bisogno, dall’altra ci fanno male. Dentro di noi si crea un conflitto interno riguardo questa ambivalenza. Spendiamo un sacco di energie nel tentativo di cambiare gli altri, non riusciamo a lasciar andare situazioni nocive a causa di svariate forme di attaccamento, ci chiudiamo al mondo e cerchiamo un rifugio sicuro all’interno di una corazza protettiva.