Orientare la nostra attenzione sull’apprezzamento dell’altro, anziché sul giudizio, genera grandi benefici nelle relazioni.
Spesso ci trinceriamo dietro ai giudizi su ciò che fa o non fa il partner, su ciò che ci dice o non dice abbastanza, su come dovrebbe comportarsi, su come dovrebbe esprimere amore e così via. In questo modo creiamo conflitti, tensioni, risentimento.
Identificarci con il giudizio ci rende infantili nella relazione di coppia: iniziamo a pretendere che l’altro cambi come dei bambini capricciosi che poi si arrabbiano e scalciano oppure piangono disperati (con infinite sfumature nel mezzo). La nostra responsabilità non c’è, scarichiamo la colpa sull’altro dei nostri malesseri, della nostra sofferenza.
Apprezzare però non significa farsi andare bene tutto oppure sopportare.
Di base, per apprezzare bisogna che ci sia nutrimento dalla relazione con l’altro. Se la relazione è un valore aggiunto e stiamo attenti a non starci dentro per bisogno o attaccamento, allora possiamo imparare a mantenere l’attenzione sul presente e ampliare lo sguardo sulla Creatura che abbiamo accanto, per poterla vedere in tutta la sua magnificenza come Anima in cammino.
Dunque, perfettamente imperfetta, come noi.
Allora ciò che ci risulta un po’ difficile da gestire della personalità del nostro partner, possiamo smettere di giudicarlo sbagliato e iniziare a vederlo come uno specchio, parlarne con grazia e gentilezza anziché attaccare, parlare di noi e di come ci sentiamo anziché fare le vittime o i carnefici.
Apprezzare vuol dire vedere il bello anche nei limiti che ancora l’altro ha e che fanno da specchio ai nostri limiti.
Apprezzare vuol dire essere sempre pieni di stupore nel guardare l’altro che evolve con noi minuto dopo minuto, mese dopo mese.
Apprezzare vuol dire sentirsi liberi di amare una Creatura così come è, e lasciare lei libera di amarci così come siamo.
Parola di Annalisa.